Una flotta di paperelle

Una flotta di paperelle!


Quanta strada può fare una paperella di plastica in acqua? Ben poca, direte voi. Al massimo qualche giro nella mia vasca. Invece no. La risposta è migliaia e migliaia di chilometri.

Nel 1992, un mercantile carico di paperelle di gomma (e di altri animaletti colorati) è naufragato nell'oceano Pacifico. Da quel giorno una quantità impressionante di questi animaletti di plastica (quasi 30.000) ha galleggiato in libertà nella acque del mondo (a differenza di altri giocattoli, questi non hanno buchi, in questo modo non possono imbarcare acqua e affondare!) e grazie alle correnti marine le paperelle orfane di padrone si sono sparpagliate nei quattro angoli del pianeta.




Le nostre amiche ne hanno viste di tempeste: alcune sono rimaste imprigionate nei ghiacci, qualcuna è sicuramente nella pancia di qualche cetaceo, tutte sono scolorite a causa del tempo e dell'azione dell'acqua salata. Tutt'oggi sono ancora a galla, là fuori. A volte approdano sulle coste e qualcuno le riconosce e le segnala su internet. Sì, perché queste paperine sono molto importanti per gli scienziati. Uno di loro, Curtis Ebbesmeyer, è un oceanografo in pensione che si è messo a studiare i loro spostamenti per capire meglio come funzionano le correnti marine.
Secondo lo studioso due terzi delle 30.000 paperelle avrebbero puntato decise verso sud e, oltrepassati i tropici, sarebbero finite sulle spiagge dell’Indonesia, dell’Australia e del Sud America. Le altre 10.000 si sono spinte a nord e quelle che hanno superato lo stretto di Bering (che divide la Russia dall’Alaska) sono arrivate nell'Oceano Atlantico. Nel 2007 le hanno avvistate in Inghilterra.
Questi pennuti di gomma sono diventati davvero famosi: come oggetti da collezionismo, il loro prezzo arriva anche a €740; inotre, hanno ispirato ben due libri per bambini. Arriveranno mai nel Mediterraneo? Chi lo sa, voi aguzzate la vista!