I vantaggi e i rischi ambientali dell’agricoltura più sviluppata.
Negli ultimi decenni l’agricoltura europea ha assunto caratteristiche più uniformi ed omogenee (per via dell’agricoltura meccanizzata e di mercato) ci sono molte differenze tra le regioni agricole più sviluppate (esempio il triangolo rurale Parigi-Bruxelles-Bonn, la Pianura Padana e i Paesi Bassi) e le regioni meno sviluppate (esempio penisola balcanica ed Europa orientale).
I vantaggi dell’agricoltura più sviluppata:
Riduzione del lavoro manuale (grazie all’impiego di macchinari più perfezionati)
Elevata capacità produttiva (permette di realizzare buoni profitti e di piazzare prodotti su mercati molto vasti).
La forte meccanizzazione però porta pure degli svantaggi:
La scomparsa degli ecosistemi naturali
L’erosione eccessiva
La perdita di fertilità dei suoli
( I principali ma anche: l’inquinamento delle acque superficiali, lo sfruttamento intenso delle acque con la scomparsa delle zone umide).
Pericoli gravi per la salute derivano anche degli allevamenti industriali, nei quali gli animali vengono nutriti con mangimi che contengono sostanze dannose e vengono “curati” con antibiotici.
I problemi delle regioni agricole più arretrate.
Altri problemi riguardano le zone rurali situate ai margini di quelle più sviluppate (esempio molte regioni agricole del Sud italiano, della Spagna centrale del Portogallo o dell’Irlanda).
Queste regioni sono caratterizzate da strutture agricole tradizionali, la cui bassa redditività ha contribuito alla crisi del settore, con lo spopolamento delle campagne e l’invecchiamento della popolazione rurale.
Anche nei paesi ex comunisti la produttività delle campagne risulta ancora bassa, molto inferiore a quella dell’Europa occidentale, per diversi motivi:
L’eccessiva parcellizzazione delle proprietà fondiarie,
gli squilibri ancora forti fra un’agricoltura commerciale poco sviluppata e un’agricoltura di sussistenza molto diffusa,
l’arretratezza delle tecniche agrarie e l’insufficiente meccanizzazione dei lavori agricoli.
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